venerdì 10 dicembre 2010

Marrone, prima mossa: fuori Danza

Antonio Marrone è l’uomo nuovo del Grottaglie. Da pochi giorni, decide quello che è meglio per la squadra, per la società. E’ la figura professionale alla quale Peppino Ciracì, il presidente dell’Ars et Labor, si è affidato per svincolarsi da qualche impegno, da qualche fastidio. Cioè il plenipotenziario: per suo nome e conto. E’ anche l’occasione per preparare il disimpegno definitivo del patron: così, almeno, potrebbe apparire. E così, almeno, spera una grande fetta di supporters: con i quali il feeling non è mai sbocciato. Anzi. Disimpegno, nella realtà, niente affatto improbabile: proprio quando comincia a circolare qualche indiscrezione più o meno fantasiosa (e se D’Addario volesse trasformare il Grottaglie in un club satellite del Taranto? Buttiamola lì e vediamo come va a finire). Marrone, avvocato di professione, procuratore sportivo per hobby, si è insediato, ha motivato, ha assistito: alla prova deficitaria di Francavilla Fontana, per esempio (zero a zero, nessuna emozione, pochi spunti per poter pianificare un domani più interessante). E, quindi, ha operato: via Franco Danza, coach in bilico già da un po’. L’esonero del tecnico di Castellaneta è il suo primo intervento tangibile. Che, probabilmente, avrebbe coinciso con la volontà di Ciracì, se fosse rimasto da solo al timone. Ma tant’è. In panchina, per il momento, si accomoderà il secondo Pizzonia, un fedelissimo della società. Ma crediamo che un altro nome spunterà: e pure molto presto. Ovviamente, il cambio di guida tecnica non basterà, senza un intervento nella seconda sessione di mercato. Marrone dovrebbe averlo capito e cercherà di sfruttare le proprie conoscenze all’interno di un mondo che, ormai, decodifica bene, pur avendolo vissuto dall’altra parte della barricata. Altrettanto ovviamente, questa – per lui – è anche una sfida molto più impegnativa. Che ha affrontato, da sùbito, con un certo vigore. Lanciando, è il caso di dire, un messaggio molto chiaro: soprattutto ai giocatori che resteranno. E che, ora, non possiedono più alibi. Né il problema di dover ricucire relazioni sdrucite con il trainer. Un problema, se davvero questo costituiva un problema, è risolto. Ne resta, invece, un altro: capire se questo organico, possibilmente migliorato, ha le caratteristiche caratteriali per navigare in acque agitate e per raggiungere la terra ferma a maggio. Fino ad adesso, onestamente, non ci è sembrato.