martedì 20 settembre 2011

Barletta ed Andria, derby vero

Un derby così è tanta roba. E, al di là del pareggio che equilibra l'inappagamento del Barletta e dell'Andria, valorizza le pretese e autorizza i languori di ognuno. Due a due: e, dentro il risultato, anche qualcosa in più. Sotto l'angolazione dell'intensità, delle emozioni, dell'agonismo: come un derby vero pretende. Non può vincere la squadra di Di Meo, che rincorre l'avversario e non sa superarlo, malgrado l'occasione giusta che arriva tra i piedi di Del Core, a match praticamente concluso. E non può vincere la formazione di Cari, avanti di due lunghezze in meno di mezz'ora di gioco, la prima. Lo score sembra esatto e non nasconde la certezza del coach barlettano: la sua squadra, dice, è nata per giocare palla a terra e non per lasciarsi irretire dalle palle lunghe altrui. Il pari non boccia nessuno e premia il trainer andriese, che cambia il modulo in corsa, a risultato apparentemente compromesso. Il Barletta imposta, l'Andria rilancia: è il cliché di una partita, ma che può diventarlo di un campionato intero. Il derby sembra aver dato, da solo, un'impronta alla stagione di entrambe. Di aver garantito un'identità duratura a due espressioni di diversa concezione. Pronte, adesso, a rituffarsi sulla strada della terza serie. Con un punto e, probabilmente, qualche convinzione in più.