sabato 3 settembre 2011

Il Grottaglie si riaggrappa a Marrone

Quando l’atmosfera si surriscalda e le quotazioni (cioè la popolarità) di patron Ciracì tornano a perdere qualsiasi consistenza, emerge il profilo e la praticità di Antonio Marrone, già plenipotenziario del Grottaglie nella seconda parte del campionato passato e solo temporaneamente accantonato, in coincidenza dei movimenti estivi (pochi: perchè di mercato non si è mai parlato tangibilmente, mentre la transizione del titolo ad una nuova cordata è fallita abbastanza presto). L’avvocato tarantino, dunque, riprende possesso della scrivania. Sottolineando strategicamente che Ciracì mantiene solo la proprietà dell’Ars et Labor, senza conservare alcun altro legame: nè sentimentale, nè operativo. Quanto basta per guadagnare autorità massima e un po’ di consenso: sono dettagli necessari, Marrone va compreso. Ma il manager non arriva per assistere soltanto, ovvero per gestire quel che resta da gestire (un torneo da affrontare con poco contante e un organico debilitato dalle partenze e dalle astensioni). Intanto, a fronte di una puntigliosa mediazione, qualche protesta rientra: regalando al tecnico Pizzonia un po’ di esperienza da aggiungere ai giovani e giovanissimi che, già domani, dovranno affrontare il Real Nocera nel primo appuntamento che vale. Ovviamente, servirà molto di più. Le mediazioni dovranno obbligatoriamente moltiplicarsi, per recuperare altra gente (Arcadio, Solidoro, De Angelis). E poi occorrerà comunque rafforzare qua e là una squadra che, oggi come oggi, non assicura il traguardo minimo della permanenza. A questo punto, però, le parole non basteranno più. Conteranno gli argomenti: che il Grottaglie non può vantare. Soprattutto perchè la proprietà è lontana dal problema. Ecco perchè, allora, Marrone tiene aperta una porta: attraverso la quale potrà accedere chi è eventualmente interessato a rilevare titolo e parco giocatori, assieme (i due concetti sono ritenuti indivisibili). Noi, che siamo abituati a ragionare per logica e concretezza, non ci faremmo troppe illusioni, però. Se nessuno, sin qui, ha bussato alla porta del Grottaglie con quella convinzione che convincerebbe Ciracì, vuol dire che non esistono troppi spiragli. E che Marrone si è lasciato trascinare in una questione molto più ingrata di quella vissuta nella stagione scorsa. Dove non sarà sufficiente spiegare che Ciracì si è dileguato del tutto. Se l’Ars et Labor affonderà, al timone rimarrà lui. Da solo e triste. In attesa di un finale già scritto.