giovedì 1 settembre 2011

Il Bari convince Torrente

In campionato, l’approccio è timido. E un po’ anonimo. Nelle primi novanta minuti che contano davvero, il Bari si accontenta di un pareggio di fronte al Varese, in casa propria. Trascinandosi ancora qualche carenza infrastrutturale e caratteriale. Piace di più, invece, la seconda uscita, quella infrasettimanale di Modena (successo a novantesimo inoltrato). Però, forse, qualche segnale è immediatamente decodificato: e, nelle ultime ore della sessione estiva del calciomercato, la società di via Torrebella definisce altre trattative. Dopo De Paula, De Falco e Polenta, arrivano il mancino di scuola sudamericana Bogliacino e il portiere Koprivec, a fronte delle cessioni (attese, rimandate) di Álvarez e Ghezzal, ormai emotivamente lontani dall’Adriatico. A cantiere chiuso, intanto, comincia a delinearsi il profilo di una squadra che, tuttavia, continua a non disporre di un artigliere che sappia assicurare un certo numero di realizzazioni. E che, però, sembra infondere al tecnico Torrente quella fiducia necessaria per sbilanciarsi: tanto da confidare la sensazione di trovarsi alla guida di una macchina da playoff. Concetto, oggi, indubbiamente pensante: perchè espone il coach (e, di conseguenza, la società), seminando illusioni nella gente che tifa. E perchè trae spunto da un progetto tecnico assolutamente rinnovato, figlio legittimo di una politica societaria più cauta. Non che il Bari, oggi come oggi, meriti il castigo del disprezzo. Anzi: il collettivo, privo di nomi e grondante di gente affamata, sembra in grado di assimilare la categoria. La promessa del tecnico, comunque, è grossa. E non può essere inquadrata esclusivamente come un mero incentivo nei confronti della tifoseria e degli uomini a sua disposizione. Che, adesso, si ritrovano di fronte uno spazio di manovra più ristretto. E, soprattutto, minori argomenti da condividere nei momenti più difficili della stagione. Quelli, prima o poi, si abbatteranno: come per chiunque.