martedì 13 settembre 2011

Lecce, partenza ad handicap

E’ già abbastanza dura. Il Lecce si scontra con la realtà, da sùbito. E la realtà si chiama Udinese: nel debutto di campionato, la gente di Guidolin passa con un ex che non ha seminato troppe tracce e tanti rimpianti, Basta. E chiude il conto (Di Natale) quando il cronometro lascerebbe credere ad un match ancora molto vivo (sedici minuti del primo tempo giocati). Due a zero, primi dubbi. Quelli di un organico non ancora pienamente competitivo, per esempio (e, infatti, sta arrivando un rinforzo come Muriel). La prima caduta (interna) della formazione di Di Francesco, però, sembra un retaggio del campionato scorso: al di là delle tre assenze, che non è poca cosa, è tra le retrovie che si contano, del resto, le distonie più vistose. Proprio come nella precedente esperienza targata De Canio. Di quella gestione, tuttavia, questa squadra sembra non possedere gli stessi tratti somatici che conferivano almeno la personalità o l’identità. Ecco, allora, dovrà dovrà cominciare a lavorare il tecnico, al quale – peraltro – non è opportuno chiedere più di quanto possa offrire. Perchè attirato in una situazione complicata dagli accadimenti estivi e da un ridimensionamento del budget di spesa, ma anche ostacolato da una costruzione dell’organico abbastanza frazionata e da una definizione del gruppo sufficientemente tardiva. Ovviamente, a sconfitta ormai configurata, tutto è diventato più difficile. E il Lecce, a tratti, è diventato inguardabile. Ma tant’è: a questo punto della stagione, non si può prescindere dalla pazienza e dalla benevolenza. Sperando anche che il gran caldo del Salento si attenui. Anche se, con il caldo, cominceranno a tramontare pure le prime attenuanti.