lunedì 12 settembre 2011

Il Martina veleggia sicuro

Prime indicazioni (di Coppa) confermate. Il Martina non spreca mai palla, sale con convinzione, s’industria, si propone, costruisce, sa allargarsi e, quando serve, verticalizzare. Quel che serve, cioè, per piacere e per accrescere le proprie quotazioni. Anche in campionato, la formazione di Bitetto si cerca e si trova: prima ad Ischia (zero a zero pregiato) e poi, sull’erba di casa, di fronte al Matera (sei ad uno esagerato). I lucani, è vero, si rassegnano dopo appena ventototto minuti, alla terza realizzazione, e non offrono mai la sensazione di poter opporsi, diventando un test per alcuni versi inattendibile. Ma Chiesa e compagni colpiscono sempre al cuore, con lucidità: e un dato come questo non è mai banale. Senza una prima punta di pedigrée assoluto (ma, proprio in queste ore, è stato ufficializzato l'ingaggio di Pignalosa), ci pensano i trequartisti (l’argentino, appunto: tre volte in gol), oppure le mezzepunte in attesa di un varco tra i titolari (De Tommaso, due centri) e gli under (Patierno). Portosi, in questo momento della stagione, sembra imprescindibile: e la risoluzione del rapporto con Berardi, consumatasi recentemente, non dovrebbe ostaclare i processo di consolidamento del gruppo. In porta si vede Leuci (praticamente inoperoso) e, in mezzo al campo, si sistemano Fiorentino (più sicuro con un altro compago di reparto al fianco) e Irace, che tuttavia mediano non è (troppe palle perse e concesse all’avversario). Considerazione che potrebbe consigliare un investimento su un altro centrocampista con determinate caratteristiche: non si sa mai. Un Marini, tanto per intenderci. Quel Marini che, a Martina, ha appena vinto il campionato di Eccellenza, risolvendo anche un po’ di situazioni scabrose con la corsa e l’impegno. E che adesso starebbe per accasarsi a Botrugno, in Promozione, una categoria troppo bassa per lui. Ma, al di là dei nomi e della situazioni, questa squadra sembra veleggiare sicura verso nuove avventure. Dove tutti attenderanno al varco. L’importante, però, è non lasciarsi fuorviare da certi numeri, come i sei gol che hanno condannato il Matera. E dalla supponenza che può annidarsi sotto il vestito delle vittorie facili.