giovedì 29 settembre 2011

Barletta, prime fibrillazioni

Si sparge l'impressione che il Barletta abbia lasciato il lavoro a metà. E chi ha visto la squadra perdere a Lanciano, nel clou della domenica, giura che la gente di Cari sia stata punita dall'indolenza o dalla pigrizia, prima ancora che dall'avversario. Niente affatto trascendentale, raccontano le cronache: malgrado la leadership del girone conslidata (e, comunque, sùbito smontata da una penalizzazione per inadempienze economiche della società, arrivata ad inizio di settimana). Il Barletta, cioè, potrebbe e non vuole: accontentandosi del pari, che sfuma poco prima della conclusione del match. Ma, al di là di qualsiasi introspezione e approfondimento della trasferta abruzzese, fa discutere quello che avviene immediatamente dopo il rovescio. Tatò, presidente che ha speso e pretende, si lascia scappare un paio di frasi intrise di disappunto e vagamente minacciose. E, così, per le strade, sul web e sugli organi di informazione comincia a circolare l'opzione di un avvicendamento tecnico (Mario Somma per Marco Cari). Certi segnali malvagi raccolti nel derby di sette giorni prima e persino a Prato, fa sapere il numero uno del club, trovano conferma a Lanciano: non va bene, in questo modo non si va avanti. Questo - parola più, parola meno - il concetto. Più tardi, proprio Tatò correggerà qualcosa, sgonfiando il caso e allontanando (per ora, almeno) l'ipotesi di un esonero inimmaginabile, appena due settimane fa. Ma le fibrillazioni da scoramento non aiutano (e non aiuteranno) il Barletta. E la pressione (quella interna, soprattutto) non faciliterà il compito del coach e della squadra. In una realtà calcistica che non necessita di ulteriori stimoli, ma di tranquillità. E dove basta poco, per ingolfare il motore.