mercoledì 14 settembre 2011

L'approccio giusto del Barletta

Due affermazioni di seguito, per cominciare. E buoni indizi su cui soffermarsi: prima in casa (eppure il Frosinone è complesso di qualità, sufficientemente attrezzato per recitare in prima fila) e poi a Prato. In Toscana, il Barletta scopre definitivamente le intenzioni più intime, lasciando intendere di aver già assimilato quel senso di scomodità che, generalmente, si avverte nel sentirsi osservati. E, ovviamente, di aver digerito gli innesti estivi. Due su tutti, Mazzeo e Franchini, prelevati entrambi dall’estinto Atletico Roma: gente ormai abituata ad osare, che è peraltro la stessa linea di pensiero del club adriatico. Sull’ultimo successo c’è la loro firma: in attesa che si sblocchi Di Gennaro, uno sul quale coach Cari fa ovviamente largo affidamento. A Prato, tuttavia, il Barletta gioca di mestiere e di esperienza, più che di eleganza. Mirando al risultato, ancor prima che alla forma. L’avversario battaglia, ma Sicignano e soci resistano e piazzano il colpo. Cioè: questa sembra già una squadra robusta, oltre che tecnicamente interessante: ed è la condizione essenziale, in terza serie. L’approccio al torneo, dunque, è giusto. Ed è il modo migliore per prepararsi alle imboscate del calendario. La prima, ad esempio, si chiama derby. Al Puttilli, proprio domenica, arriva l’Andria: ed è proprio in partite come queste che si quantificano spessore e possibilità di un collettivo, chiamato a gestire sollecitazioni e pressioni. Che da oggi, statene certi, non mancheranno. Il Barletta, adesso, non può più nascondersi.