giovedì 22 settembre 2011

Il Lecce e la strada di casa

Il successo di Bologna, domenica, aveva sollevato la gente che tiene al Lecce. Scacciando qualche assillo. Match pulito, intelligente, ben architettato. E squadra attenta, reattiva, psicologicamente rivalutata. Rinnovata anche nel modulo (il coach rivede qualcosa, riscuotendo il premio). Finalmente proprietaria di un risultato da gustare sino in fondo. Non per molto, però: tre giorni dopo è di nuovo campionato. E, nel turno infrassettimanale, si torna sull'erba di casa. Scende l'Atalanta e i problemi si rimaterializzano. Zero punti e un passo indietro. L'argentino Denis marca due volte, la formazione di Di Francesco una. Calcolando tutto, Coppa talia compresa, il Lecce scopre di aver sempre fallito, in casa. Tre su tre. Qualche dubbio, malgrado le differenti correnti di pensiero (qualche osservatore si allarma, qualcun altro intravede progressi) comincia ad emergere. Per esempio, sulla scarsa autorevolezza con cui Di Michele e soci approcciano gli impegni a via del Mare. E sull'affidabilità di un collettivo chiamato a fare la partita. Sono le prime cose che vengono in mente, le più semplici. Ma il calcio, talvolta, sa essere disarmante, nella sua semplicità. Comunque, sono appunti da tenere in considerazione: per capire e per provare a riparare. Del resto, il torneo è ancora giovane e si può. Una decina di giorni e arriverà la controprova. Nel frattempo, però, si parte per Siena: il Lecce formato trasferta deve bussare alla porta del risultato. per la classifica, ma anche per guardarsi meglio dentro.