martedì 21 ottobre 2008

Lecce, che classifica

Il calcio dà e poi toglie. Dà al Lecce e toglie all’Udinese. E poi viceversa. La partita più irrazionale della giornata arricchisce la fantasia della squadra di Beretta, che si convince sempre più di dover e poter osare. E, infine, la punisce. Riconsegnandole la certezza di un dato: la tranquillità, cioè, non esiste. Ovvero, niente è scontato. E i regali occorre meritarseli. La generosità dei friulani, alla fine, si incrocia con quella dei salentini: e quel che resta è un punto. Un punto che vale, però. Che non rafforza la classifica, ma che la stabilizza. Centrando l’obiettivo principale. Già, la classifica: la stessa di un collettivo più attrezzato e accreditato di altre ambizioni come la Juve. Migliore di quella sin qui conquistata dalla Roma. Decisamente più florida di quella del Torino e della Sampdoria. Si faccia avanti chi l’aveva previsto. Non vedremo nessuno, ne siamo certi. Sì, la classifica. Come dire: il motore del pallone. Ma forse la città e il Salento tutto non se ne sono ancora accorti: poco più di novemila persone sugli spalti non rendono giustizia. Né alla squadra, né alla società.