giovedì 2 ottobre 2008

Il Foggia è in alto, malgrado tutto

Censurabile, ma produttivo. Almeno in casa propria. Tre partite, nove punti. E nessuno lontano dallo Zaccheria. Il Foggia che non convince, intanto, è dentro il quartiere dei playoff: per intero. Anche per merito dell’immenso equilibrio del campionato e delle esitazioni di qualche protagonista del calciomercato (citiamo a caso: Benevento, Pescara, Perugia). Malgrado la classifica corta amplifichi il cammino dell’undici di Novelli, non va però dimenticato che il trainer, prima di domenica, rischiava persino qualcosa. Segno tangibile che l’ambiente non gradisce troppo l’applicazione di questa squadra che, anche di fronte alla Juve Stabia, ha zoppicato in fase di possesso, capitalizzando il minimo indispensabile e rischiando nel finale di soffrire un pareggio comunque poco aderente alla realtà. Raccontano le cronache che non carbura il collettivo e non si impongono i singoli. Che Salgado, cioè l’elemento di maggior classe, è ancora un corpo estraneo e che la produzione complessiva, comunque indiscutibilmente migliorata, va intensificata. Il Foggia, dunque, deve e può migliorare. E vivendo con maggiore serenità il lavoro quotidiano, magari, ci riuscirà. Sicuramente, giocatori e tecnico meriterebbero, a questo punto, una razione in più di comprensione: in virtù di una classifica corta, ma gratificante. Una comprensione che Novelli ritiene di non godere: certe dichiarazioni un po’ piccate non mentono. Il problema, però, è che il rapporto tra la piazza e l’allenatore si è afflosciato sùbito, in partenza. E, sostanzialmente, non abbiamo capito perché. Le distanze, però, si possono ricucire. Ma, se non provvedono neppure i risultati, la gente dovrà abbozzare un passo indietro. Oppure, lo strappo si acuirà. Con quel che segue. E con tutte le incognite del caso.