giovedì 23 ottobre 2008

Settantadue ore che deturpano l'immagine

Bastano settantadue ore per scalfire il feeling. Tre giorni amari sono sufficienti a deturpare l'immagine del Bari. Sconfitto il sabato - e senza eccessive attenuanti - ad Avellino e, il martedì successivo, piegato a domicilio dal più sostanzioso Sassuolo, ma con un risultato netto, imbarazzante. Due partite distratte e lacunose, cioè, rischiano di cancellare la campagna di simpatia e il progetto di riqualificazione ambientale inaugurato dal club in estate. E sì, perchè immediatamente dopo il match la disapprovazione popolare non si contiene. E colpisce anche Conte, che per la folla è il garante principale del nuovo corso. E del quale non piacciono alcune valutazioni tecniche. Niente di strano, tuttavia. Davvero. Questo è il pallone. Dove il credito accumulato serve esclusivamente quando il saldo è positivo. Esaurendosi impietosamente e in fretta. Chiaro, il momentaccio potrebbe passare. E l'equilibrio potrebbe recuperare il proprio posto. Ma il Bari, al di là della brillantezza e delle qualità individuali, dovrà impossessarsi nuovamente di quel sacro furore dimenticato chissà dove. Che è poi il requisito preferito dal suo condottiero. Cioè l'allenatore ideale per pretendere dal collettivo sudore e ardore. Da sùbito.