sabato 6 dicembre 2008

Bari, inutile attesa

Due gol nell’ultimo quarto di match e l’Empoli si apparta in classifica. Un’attesa timida e il Bari si arresta. La sconfitta nell’anticipo del venerdì vive di motivazioni diverse: l’appetito dell’avversario, la cifra tecnica superiore dei toscani, un’intuizione individuale (Poggi è bavo a preparsi il punto del vantaggio), un penalty che chiude i giochi poco prima del novantesimo, la prestazione inespressiva di qualche singolo di qualità (Kamata, ad esempio), l’insufficiente spessore nella zona nevralgica del campo (Donda, per la cronaca, è nuovamente confinato in panchina) e una certa reticenza nell’accelerazione dei ritmi. Ma racconta anche e soprattutto di un Bari che aspetta l’esito della manovra altrui: amministrata anche con saggezza, per più di un tempo. Operazione buona a limitare l’Empoli, ma non ad impensierirlo. La squadra di Conte, cioè, assiste, ma non graffia. Calcolando (male) le esigenze e le possibilità della capolista. Che, alla fine, passa. Scoprendo di aver improvvisamente smarrito la voglia (o la forza) di aggredire, di imporre le proprie idee. Requisiti che, talvolta, nella fase d’avvio del torneo, erano serviti a promuovere il proprio calcio e la propria candidatura nell’aristocrazia della B. Campionato in cui non è assolutamente obbligatorio vincere, ma dove è sempre consigliabile provarci. E dove il Bari, nelle gare che devono qualificare definitivamente il lavoro svolto, dimentica spesso di confermarsi. Questione di limiti strutturali, evidentemente: sui quali sarà prezioso lavorare. E, in funzione dei quali, pazientare.