mercoledì 17 dicembre 2008

Il buon senso dopo la tempesta

E, nel mezzo alla tempesta, improvvisamente si affaccia il buon senso. Il Taranto trova l’allenatore nuovo (Stringara) e, contestualmente, ritrova qualche altra cosa. Un briciolo di serenità, per esempio: che i fatti, però, dovranno incaricarsi di rendere trasparente, lontana dalle coordinate della semplice convenienza. E, in un certo senso, recupera anche il presidente Blasi, che - parole sue - si riavvicina alla società. All’ambiente, alla tifoseria, alla stampa, alla squadra: non senza minacciare, peraltro, tagli drastici all’organico (chi non vuole adeguarsi, vada pure: Blasi, oltre tutto, non ha dimenticato i fatti del dopo Taranto-Crotone). Il passo indietro dell’imprenditore manduriano in occasione della presentazione ufficiale del nuovo tecnico («Qualcosa ho sbagliato anch’io, ma solo per amore del Taranto», «Adesso ricompattiamoci», «Mi scuso di qualche situazione passata») è la vera novità delle ultime ore. E sembra sin d’ora un momento fondamentale: sempre che trionfi la sincerità, sulla quale non vogliamo dubitare. Addirittura, viene velocemente sancita la pace con l’emittente televisiva d’opposizione: cosa da non credere. Ma Taranto è questa. E, se permettete, è meglio così. Per tutti. Così come è più conveniente glissare sul caso-Selvaggi, archiviato molto più facilmente di quanto si potesse immaginare. E’, evidentemente, il prodotto della volontà. Della volontà di salvare la stagione. E la categoria. Oppure è la conseguenza della disperazione. Ma, se serve, va bene anche così. Erano tutti contro tutti. O quasi. Adesso, sono tutti con tutti. O quasi. Blasi, però, ha capito che la battaglia contro la città intera era una battaglia persa. E l’avvicinamento delle parti è un po’ la vittoria della città. Dell’ambiente. Non crediamo, però, che tutto possa rimarginarsi senza lasciare cicatrici, sul volto del Taranto. Ma sarà bene crederlo: almeno sino a maggio. Intanto, l’operazione di recupero di una parte di consenso è l’idea migliore che potesse venire al presidente. Forse è anche un’idea obbligata. Ma la più sensata, negli ultimi tempi.