martedì 16 dicembre 2008

Taranto, confusione totale

«C’è un clima troppo pesante. La situazione è difficilissima e non vedo spiragli». Selvaggi arriva, vede, dispone e, infine, si eclissa. In ventitre giorni, se i conti sono esatti. E’ dimissionario: ancora prima di completare il processo di rinnovamento tecnico, proprio mentre arriva il sostituto di Dellisanti (cioè il toscano Paolo Stringara), senza aver neppure sondato le praterie del mercato di ravvedimento. Sempre che, chi può sponsorizzare il rafforzamento, lo voglia davvero. Chiede scusa, permesso e va via. Lasciando un’impronta che svanisce, spegnendo l’energia del primo segnale. E, inevitabilmente, destabilizzando il già destabilizzato Taranto. Tanti saluti. Alla città, alla squadra e a Blasi. Con il quale non sappiamo di che qualità è, adesso, il rapporto. Sarà contento, magari, proprio Dellisanti, esautorato da un vicepresidente tramontato in fretta. E forse anche Galigani, un direttore generale buono per tutte le stagioni e per ogni tipo di società. E di proprietario. Uno sul quale, tra una lacrima e l’altra, il sole sembra non tramontare mai. Tanti saluti. Ma, sinceramente, non abbiamo decodificato nitidamente cosa si nasconde dietro questa decisione. Selvaggi, del resto, tra tante parole di circostanza e qualche nube di mistero, non ha rivelato il perchè. Che, magari, possiamo immaginare, supporre. Meglio, sospettare: ma i contorni della questione rimangono lo stesso tremendamente sfumati. Come tutti i contorni degli argomenti che avvolgono il Taranto. Un microcosmo dove manca sempre un tassello per completare il puzzle. «Il clima è troppo pesante». Fortuna che abbiamo Selvaggi, ad avvertirci. Non l’avevamo capito. E chissà se, nella soluzione partorita, pesa anche la vicenda-Di Canio (crediamo di sì). O, se preferite, l’opzione-Stringara: emersa senza l'assenso dell'ormai ex vicepresidente, promosso sul campo e immediatamente delegittimato. O la stessa questione-Dellisanti. O l’affaire-Galigani. Oppure altro ancora. Punto e a capo, allora. Con Stringara al centro della nave. Ecco, Stringara: non lo invidiamo. Conoscerà una delle piazze più controverse e sdrucciole del Paese: e chissà con quale protezione dovrà adoperarsi. Ritrovandosi a lavorare con l’obbligo di salvare la C1: perché la priorità è questa. Lunga vita, però, al Taranto. Che ci aiuta a pensare. Che ci aiuta ad affinare i sensi. Che ci aiuta a vivere il calcio machiavellico delle grandi piazze, dei grandi palcoscenici. Che ci dà sempre da scrivere. E da parlare. Lunga vita al Taranto. Che ci fornisce un assillo quotidiano: quello di indovinare cosa accadrà il giorno dopo.