martedì 2 dicembre 2008

Il Taranto riappassisce a Cava

Remissivo e sgranato. Il Taranto riappassisce a Cava dei Tirreni, lasciandosi inghiottire da una classifica che sa di playout. Sul campo, anzi, la squadra di Dellisanti è addirittura la quart'ultima forza del campionato: perchè anche la Juve Stabia, penalizzata, ha raccolto di più (diciassette punti contro i sedici degli jonici). Latita la personalità e manca anche la produzione: tanto da far riflettere e preoccupare persino il suo nocchiero, tradizionalmente ottimista e fiducioso della qualità del proprio lavoro e delle possibilità dei suoi uomini. Questa volta lo stratega di San Giorgio non si appella neppure al concetto di sfortuna, che in realtà vorrebbe coprire il disagio di un elenco degli arroluabili limitato: numericamente e non solo. Una verità che, se ammessa pubblicamente, potrebbe alleviarne le responsabilità. Aziendalismo a parte, Dellisanti comincia a incontrare quarti d'ora difficili. Crocifisso com'è da quella decisione di lanciare, sin dal primo minuto, un difensore giovane e inesperto come Cesareo. Operazione, di per sè, lodevole: al di là dell'esordio difettoso. Ma inevitabilmente corrotta dagli sviluppi del campo. Del resto, affidarsi alla gioventù può pagare. Ma può anche arrecare cattivi effetti: come nel caso specifico. Non può essere, tuttavia, solo una scelta coraggiosa e pure lungimirante ad accusare il tecnico: semmai, il problema abita nella tempistica della decisione (il ragazzo viene travolto dagli accadimenti e deraglia). Ma è, soprattutto, la scelta di lasciare ancora una volta in panchina l'ex titolare Pastore a non soddisfare. E non perchè Pastore sia insostituibile o necessario. Ma perchè, a fronte di un'emergenza tecnica, l'esperienza non può essere troppo facilmente ignorata. A meno che, sotto, non esistano cause così decisive da giustificare l'esclusione del centrale campano dall'undici di partenza. Ipotesi che l'allenatore, con forza, respinge. Allegando motivazioni squisitamente tecniche: alle quali crediamo. Perchè Dellisanti non accetta ingerenze, da sempre. Eppure, anche così, qualcosa non ci convince. Se non altro, perchè il primo rischio è quello di perdere definitivamente un giocatore sul quale, prima o poi, occorrerà contare. Proprio perchè l'organico non è ricco e la società non è poi troppo desiderosa di spendere ancora, alla riapertura del mercato. Il secondo rischio, invece, è quello di incrinare gli equilibri dello spogliatoio. Sempre che il processo di disgregazione non sia già cominciato.