venerdì 5 dicembre 2008

E ora parla anche Selvaggi

Premessa: sul recente ingresso nell’organigramma societario del Taranto di Franco Selvaggi, vicepresidente più o meno esecutivo, avevamo glissato. Volutamente. In attesa di spunti di riflessione, di dichiarazioni ufficiali. Di fatti. Evitando di cadere nei pericoli del ricordo: del ricordo di Selvaggi in riva a Mar Piccolo. Prima in qualità di giocatore (esperienza largamente positiva) e, più tardi, di allenatore (permanenza negativa: tecnicamente e caratterialmente parlando). Ed evitando di lasciarci fuorviare dalle chiacchiere della piazza. O dalle previsioni velenose: che avevano presentato l’operazione come un inutile fregio, senza sostanza. E che avevano elevato il personaggio al ruolo di parafulmine del presidente Blasi. In mezzo alle guerre sotterranee di un club che sembra non possedere più né punti di riferimento, né molto futuro. Parafulmine o, se preferite, uomo immagine: buono, magari, a sostituire Dellisanti, se dovesse materializzarsi l’occasione. Oppure Galigani, direttore generale che – insinua qualcuno – potrebbe aver esaurito anche la ferrea intesa con l’imprenditore manduriano. Selvaggi, peraltro, nei primi giorni ha navigato le acque silenziosamente: forse in attesa di capire. Forse per non sbagliare. L’opinione pubblica non ha decodificato. E, comunque, non ha gradito. Reclamando una posizione ufficiale del nuovo vicepresidente. O un semplice pensiero. A Cava dei Tirreni, domenica, in coda ad un match traumatico, Selvaggi ha addirittura dribblato la stampa. Perdendo qualche punto nella patente della fiducia popolare. Il silenzio, però, è durato poco. L’uomo di Pomarico, a metà settimana, ha parlato. Distanziandosi dalle dichiarazioni di Galigani e dello stesso Blasi, assolutamente poco teneri nei confronti della squadra. E non solo per la disfatta di Cava. Squadra che, evidentemente, non è stata perdonata della sollevazione del mese scorso, al termine dell’incontro casalingo con il Crotone. Malgrado la pubblica pace sancita dai teleschermi. Tranquilli, allora: Selvaggi sa esprimere la propria opinione. E, soprattutto, ha conquistato una posizione: vicino alla squadra. Questo è un dato. Che va inserito, però, in un contesto più ampio. Che deve tenere presente un paio di domande. La prima: le dichiarazioni, parallele e congiunte (e, dunque, sospette) di Blasi e Galigani alla stampa nazionale, cosa nascondono? O meglio: dove vogliono ammarare? La seconda: le differenti correnti di pensiero sono assolutamente naturali o sono parte integrante di una strategia unica e attentamente studiata? Perdonate la diffidenza: ma qui si parla del Taranto. Un mondo a parte dove tutto è possibile. E anche di più.