lunedì 20 settembre 2010

Bari, mezzogiorno difficile

Il calcio a mezzogiorno è una novità un po’ angusta che il Bari impara a conoscere tra le prime difficoltà. E il settembre di Puglia è ancora troppo caldo per certi azzardi del calendario. I trentacinque gradi del San Nicola finiscono per diventare così la migliore giustificazione ad un match zoppo e a uno zero a zero sufficientemente affaticato. Il pareggio con il Cagliari è l’epilogo di una gara difficile, mai decollata per davvero. Dove la squadra di Ventura è spesso ferma, assopita. E, talvolta, persa nelle palle lunghe, espressione di appannamento o appiattimento. Mancano, è vero, anche le geometrie di Almirón, partito dalla panchina. E l’avversario, in avvio, fraseggia bene e fa viaggiare il pallone, sistemandosi alto. Il Bari, sì, cresce lentamente, ma la crescita non è mai definitiva. Anche se l’attività, dalle corsie laterali, con il tempo s’intensifica. Il Cagliari, peraltro, sa attendere, sa disinnescare le limitate fonti di gioco altrui e, soprattutto, sa chiudersi bene. Il patrimonio di un paio di occasioni, infine, viene sciupato: e, allora, non resta che accontentarsi di un punto, ma anche della consapevolezza di aver sostanzialmente azzerato il temuto potenziale offensivo dei sardi. E prendere atto del concetto che il campionato va giocato partita dopo partita, punto su punto: perché nulla è scontato, neppure dopo le prime tre esperienze positive di questo campionato.