venerdì 17 settembre 2010

Il Francavilla si cerca

La retrocessione, la cattiva digestione, il ripescaggio, la ricostruzione in epoca di crisi. Gli ultimi mesi del Francavilla sono abbondantemente istruttivi: spiegano, cioè, quello che devono. La squadra affidata alle cure di Pasquale Logarzo non può non soffrire l’affannata rincorsa alla normalità e non può scrollarsi facilmente il peso delle difficoltà. Che sono le difficoltà di una squadra nata in fretta, a ridosso del campionato: anzi, ancora in fase di allestimento. Di una società che si è rimodellata all’improvviso (con il diesse Rubino, peraltro una vecchia conoscenza), che ha deciso di gestirsi con un budget limitato e che, quindi, deve alimentarsi di quanto si può permettere. Le prime due uscite, in campionato, dicono male: altrettanti insuccessi e una certa insofferenza a certe situazioni del campo. Il Francavilla non sembra ancora pronto. Non sembra ancora un blocco: si cerca, si insegue. E dovrà trovarsi, ancora una volta. E’ la condanna alla quale il calcio, da quelle parti, si è abituato, da un paio di anni. Ed è l’ultima scommessa di Distante, il patron che avrebbe voluto lasciare e che, invece, il ripescaggio ha incoraggiato a raddoppiare. L’ultima scommessa di un presidente che ritenta un progetto fallito solo pochi mesi addietro: coniugare la salvezza con una rigorosa virtù gestionale è un sogno che non si avvera spesso. Da cullare, oltre tutto, nello scetticismo: non tutti gradiscono, non tutti apprezzeranno. Anche chi, magari, oggi applaude convinto.