mercoledì 29 settembre 2010

Barletta, il progetto scricchiola

Ci sbaglieremo. O, forse, no. Ma la promozione burocraticamente guadagnata ad agosto sembra aver minato le fondamenta del progetto Barletta. Un progetto che ci stava piacendo. E non poco: per la linearità delle sue coordinate, per la chiarezza degli obiettivi, per l’attenzione dedicata dal club alle strategie di gestione. Il salto di categoria, invece, sembra aver resettato tutto. O, almeno, compromesso abbastanza. Magari, il Barletta non era psicologicamente (e strutturalmente) preparato alla terza serie. Probabilmente, l’assetto societario si è ritrovato all’improvviso in un ingranaggio troppo più sofisticato di quello appena lasciato. E, sicuramente, la C1 merita molte più cure della C2. Di fatto, però, si sono rincorse troppe stuazioni, nelle ultimissime settimane. La squadra, innanzi tutto, è sostanzialmente indifesa alle intemperie di un campionato più esigente. E, quindi, si è già adagiata con rammarico in fondo alla classifica (un punto in sei match). Poi, il presidente Sfrecola si è praticamente defilato: mantenendo un incarico simbolico. Contestualmente, l’arrivo del nuovo numero uno (Tatò) è stato salutato da qualche mormorio. Alimentato, peraltro, dal defenestramento del diesse Geria, surrogato da Marcello Pitino, storicamente vicino al vicepresidente Attimonelli. Al centro di questo vortice, intanto, si trova Sciannimanico. Con la squadra. Una squadra che attende puntelli, vale ripeterlo. Il tecnico è seriamente indiziato a lasciare la panchina: e, se domenica prossima non otterrà riscontri positivi, l’esonero pare scontato. E’ quello che accade in certe storie un po’ torbide del pallone. Sciannimanico, tuttavia, oggi appare il meno colpevole di tutti. Rischia di pagare l’errore di aver accettato un organico impreparato all’avventura e, forse, anche il profilo basso mantenuto sin qui. Nient’altro. Ma l’esonero, se dovesse concretizzarsi, sarebbe un errore pericoloso. Per la squadra, per la credibilità del progetto. E, soprattutto, un’ingiustizia vera.