mercoledì 15 settembre 2010

Brindisi, piacevoli problemi

Nascondersi, ora, diventa improbabile. Anche se è a fari spenti che il Brindisi, duecentosettanta minuti dopo lo start del campionato, guadagna la vetta della classifica. Terza vittoria di seguito, questa volta ad Aversa. E nessuno che tenga il ritmo. Onestamente, non ce l’aspettavamo. Come non se l’aspettava la gente che tifa. E come non se l’aspettava la squadra, il suo condottiero e la società. Ma il dato è sufficientemente esatto: anche in Campania, la formazione di Florimbj giostra con appetito e sacrificio. Ritagliandosi una prova confortante in fase di non possesso e lottando strenuamente sino in fondo (Cejas, stremato a fine match, è il manifesto migliore di questo Brindisi operaio e rampante). E resistendo, perché no, alla reazione normanna. Molta concretezza, poca letteratura: la squadra riflette il credo calcistico del suo tecnico, che già deve difendersi da chi critica la qualità del calcio prodotto. I numeri, però, oggi parlano per lui. E per un gruppo che, evidentemente, si è già calato nella mentalità della C2. Che, dicevamo, adesso non più può deviare l’interesse che si è creato attorno. E che, all’improvviso, si ritrova caricato da responsabilità impreviste. Perché la controindicazione principale è proprio lì: il Brindisi, da sùbito, ha alimentato nell’ambiente delle illusioni. Con le quali occorrerà abituarsi a convivere. E sappiamo come, in riva all’Adriatico, sia particolarmente arduo gestire situazioni delicate. Anche se questi restano, in fondo, problemi assolutamente piacevoli.