lunedì 6 settembre 2010

Il Taranto riprende la corsa

C’è di buono che il Taranto torna a vincere, dopo lo stop di Roma (due partite in casa, sei punti: la convenienza di giocare sull’erba di casa pare aiutare). Ma anche il match guadagnato contro il Gela (due a uno) nasconde qualche ombra: malgrado il risultato sia, di fatto, inappuntabile. E non solo perché l’avversario sale in Puglia per intascare il pareggio, senza troppo ardire. Le ombre che calano quando è tempo di gestire il primo vantaggio, ad esempio. Oppure quando è necessario sveltire la manovra, aggirare il dispositivo difensivo preparato da Provenza, il coach ospite. Sembra, infatti, che tra la mediana e la prima linea (a tre) non esista ancora una comunicazione salda. E che, proprio in mezzo al campo, manchi un catalizzatore di gioco. Del resto, Pensalfini ama inserirsi, ma non suggerire o organizzare. Peculiarità che non ci attendiamo da Giorgino, né da Di Deo, occupato com’è a proteggere le retrovie e a far ripartire l’azione. E, domenica, anche a timbrare la marcatura del successo, poco prima che il tempo per rimediare si esaurisca. Infine, è accertato che, dalle corsie laterali, non sopraggiunga un rifornimento costante e, dunque, affidabile di palloni e idee. Una gara diventata facile, all’improvviso, si fa difficile: è questo il punto su cui soffermarsi e da cui ripartire. Brucato, intanto, non può nascondere la sofferenza e reclama ancora tempo: non vorremmo, però, che il Taranto di quest’anno somigli a quello dello scorso campionato. Cioè ad una squadra che si cerca e non si trova. E condannata ad aspettarsi, per lunghi mesi.