venerdì 24 settembre 2010

Lecce, avanti con discontinuità

Settimana piena. Tre partite in sette giorni. Dove si intrecciano la sconfitta (un po’ indigesta) di Cesena, il pareggio infrasettimanale con il Parma, in casa, e il prossimo impegno (a Palermo, domenica). E, per il momento, un punto soltanto. Che, assommato ai tre precedenti, fa quattro. Quanto basta per non mortificarsi e per cercare in se stesso energie nuove, utili a sacrificarsi ancora. Il Lecce è là, al di sopra della linea di massima preoccupazione e prova a scrutarsi, ad analizzarsi. Mercoledì parte con fatica, denuncia timori soffusi, ma recupera in tempo fiducia e vantaggio, facendosi raggiungere nell’ultimo quarto di gara e arrivando al novantesimo con qualche problema di carattere fisico, esattamente come l’avversario. Si sblocca Jeda (timbra dal dischetto), si rivede l’argentino Piatti, resta un’amarezza di fondo per uno score non sufficientemente difeso. Storie di ordinaria amministrazione.Visto così, la formazione di De Canio è un universo discontinuo e cangiante, alla ricerca di una propria identità, di un passo più affidabile, di prestazioni più omogenee. In mezzo al guado, in un passaggio obbligato: tra le difficoltà di una squadra appena rientrata sul palcoscenico della serie A e le prime conquiste. Si chiama processo di crescita, che nasconde molte insidie e non poche sofferenze. Con le quali il Lecce sa di dover convivere, sino alla fine.