domenica 24 ottobre 2010

Bari, risveglio brusco

Un altro Bari, un’altra classifica. E così, alla terza caduta di fila (questa volta a Firenze, nell’anticipo, giocando con lucidità limitata e senza tre pedine di spessore), si apre lo stato di crisi. Certificato dal terz’ultimo posto che sembra voler revisionare tutte le parole pregiate spese sulla formazione di Ventura nel primo mese e mezzo della stagione. E confermato da certi malumori del tecnico, emersi anche prima della trasferta in Toscana: che testimoniano, se non altro, la cattiva digestione di alcune opinioni maturate dagli osservatori a immediato ridosso del match con il Napoli. Risultati a parte, però, il Bari di questo periodo è rabbuiato, contratto, meno dinamico, poco reattivo. In un solo vocabolo, involuto. Gillet e soci sembrano aver perso sicurezza: subiscono molto e non graffiano. Forse perché i suoi big si sono un sgonfiati, tutti assieme. O perché, come si insinua ad alta voce (e anche il coach, per la verità, sottoscrive), il collettivo si è dimenticato dell’umiltà. Qualcuno, almeno, peccherebbe di supponenza, credendo di essere arrivato. Frasi virgolettate, chiare e semplici. Magari, il torpore è solo temporaneo. E il calo di tensione assolutamente fisiologico: accade a qualunque squadra, almeno una volta all’anno. Però la città si interroga e i primi dubbi cominciano a corrodere l’ambiente. Minacciando un risveglio brusco. Di certo, tuttavia, il Bari si ritrova ad affrontare un altro campionato, un’altra realtà. E a modificare, all’improvviso, gli obiettivi. Le priorità, adesso, sono altre. Recuperare lo smalto perduto, innanzi tutto. E, sùbito dopo, allontanarsi dalla zona di pericolo. Che, peraltro, resta un territorio vago: accade sempre così, quando pochissimi punti intrappolano molti concorrenti. Al di là di tutto, comunque, il Bari si trova a dover recuperare in fretta una certa mentalità. Dovrà, cioè, adattarsi alla nuova situazione. E dovrà affrettarsi, anche. Certe volte, emerge pure il sospetto che non sarà facile. Ma questa è una prova di maturità alla quale è chiamata la gente di Ventura. Che credeva di poter volare e, invece, si rannicchia sulle motivazioni di questa bassa pressione. Dalla quale, generalmente, si esce con requisiti antichi. Sì, è arrivato il momento: il momento di mostrare gli attributi.