lunedì 25 ottobre 2010

Un invito, un consiglio: il Foggia di Zeman

«Venite a vederci». Una proposta, un consiglio. O una promessa. Zeman tornava a Roma. Rientrando dalla finestra del Flaminio, dopo aver varcato la porta dell’Olimpico. Senza più tornarci. E senza lasciare troppi rimpianti, riferiscono i maligni, alla Lazio e alla Roma. «Venite a vederci». Un invito, un messaggio: nell'immediata vigilia dell'anticipo di sabato. Agli amici di un tempo, agli estimatori di sempre e, perché no, ai detrattori di ieri. Venite a vedere il suo Foggia, cioè. Il suo Foggia spavaldo che visita l’Atletico Roma capolista, attirandolo in una trappola. Il suo Foggia vivace che rischia di vincere, per poi accontentarsi di un punto. Uno di quei punti che, magari, fanno classifica, ma anche molta pubblicità al verbo del condottiero di Praga. E che, in definitiva, privano l’avversario della leadership (se ne avvantaggia la Nocerina, tremenda a Terni). Poi qualcuno, in fondo al match, parla persino di spettacolo. L’argomento che più solletica il boemo. Ancor prima del risultato. Quel motivo frizzante che lo spinge a rischiare ancora tutte le sue domeniche. E che, dopo tutto, l’ha convinto a ripartire dalla terza serie, in silenzio. O quasi. Quell’argomento magico che gli mancava per assorbire qualche anno di polemiche e amarezze. Quel motivo in più per richiamare la gente. E per invitarla in tribuna.