giovedì 21 ottobre 2010

Barletta, galleggiare per resistere

Di una cosa, comunque, va dato atto a Tatò, presidente di un Barletta ancora troppo confuso per volare. Di continuare a rispettare, cioè, l’impegno con il suo allenatore, malgrado tutto. Anche dopo il coloratissimo pareggio interno con la Cavese (tre a tre, maturato con modalità decisamente singolari), il numero uno del club ha sùbito confortato Sciannimanico. Allontanando, ancora una volta, le indiscrezioni maligne sul suo conto. Ed è difficile, in questi casi, resistere all’istinto di allontanare il coach. Non solo perché la squadra naviga sola, in fondo alla classifica. Ma anche perché questo collettivo brucia, una dopo l’altra, tutte le opportunità che incontra. L’ultima, poi, è davvero particolare: per quello svantaggio (due a uno) recuperato a quattro minuti dalla fine della partita e per quella vittoria agguantata in pieno recupero, eppure sciupata dall’esultanza prolungata. Il problema di fondo, però, è quello: l’organico allestito in estate non era preparato ai pericoli della terza serie. E, sostanzialmente, gli innesti recenti (Margiotta, Galeoto, Frezza) non hanno modificato il volto del Barletta. Che, probabilmente, necessiteva (necessiterebbe) di forze più fresche, o meno consunte. Ma il mercato degli svincolati questo offriva: lo sapevamo. E meravigliarsi non serve. La rincorsa alla salvezza, ovviamente possibile, nasconde ancora difficoltà diffuse. Che bussano alla riapertura delle trattative di mercato: dove ci si potrà inventare qualcosa. Nel frattempo, il Barletta galleggi. E poi la C2 non è un torneo di grande qualità: mantenersi vivi un obiettivo onesto.