giovedì 14 ottobre 2010

Brucato, come se niente fosse accaduto

Alla fine, il successo inatteso (appena otto minuti prima dalla conclusione della prestazione contro la Lucchese) e ormai impensabile (per le modalità con cui piove su una partita segnata dalle vicissitudini di una settimana di tensioni seminascoste) serve a tutti. Cioè, serve al Taranto e alla sua classifica. Al suo tecnico, scampato ad un esonero già scritto. E pure al club di via Martellotta, che evita così di continuare a farsi del male. E che, malgrado certe recenti aperture suggerite dall’esperienza (o dal buon senso), si trova a ripercorrere i sentieri meno prudenti del pallone, rifiutandosi - ancora una volta - di crescere. Ovvero, di offrire compiutezza a processi evolutivi appena accennati. Brucato, tecnico tradizionalmente osteggiato da una buona fetta di tifoseria e già scaricato con pochissima delicatezza nel corso dello scorso campionato, rimane il nocchiero di una delle due vicecapolista del girone. La notizia sgorga dal summit di martedì tra il tecnico nisseno e il presidente D’Addario: un incontro buono a dirsi che va quasi tutto bene. E che, tuttavia, annulla una risoluzione adottata immediatamente dopo l’insuccesso (mal digerito) di Pisa. Dopo del quale l’allenatore era stato disegnato come colpevole unico di un gioco spesso redditizio, ma non sempre stimolante. E, quindi, praticamente sostituito già prima dell’ultima gara, quella con la Lucchese. In attesa di una nuova prova difettosa, che l’avrebbe dovuto condannare definitivamente. Prova difettosa puntualmente arrivata, peraltro. Eppure salvata (solo nel risultato, ovviamente) dal moto di orgoglio della squadra, capace di impattare e rimontare sui titoli di coda. L’allontanamento di Brucato, ormai abituato a delegittimazioni forti, sembrava trascinarsi - è vero - anche sull’onda lunga delle dichiarazioni dello stesso trainer alla fine del match di domenica scorsa: parole forti nei confronti dell’ambiente, ma soprattutto della stampa e anche della società. Che non aveva gradito: controbattendo con un comunicato poco convincente e, forse, poco convinto. In cui l’allenatore non veniva attaccatto, ma neppure difeso. I tre punti, la sollevazione di parte dell’opinione pubblica e l’imbarazzo di D’Addario, dunque, salvano Brucato. Il cui allontanamento avrebbe stonato con la classifica del Taranto. Avvalorando, però, le tesi di quanti imputano al tecnico scarsa cura dei dettagli tattici, surrogata da un rapporto intimo con la sorte. Che, altrimenti, chiameremmo virtù dei singoli al servizio della causa comune. E legittimando, infine, anche le teorie degli operatori dell’informazione: accusati di aver inventato un caso, cioè di aver riportato notizie infondate. Ma, conoscendo le abitudini del calcio e la realtà sui due Mari, la questione non è affatto chiusa. Ci scommettiamo.