martedì 18 gennaio 2011

Andria, sei punti per sorridere

Sei punti in centottanta minuti rivalutano la squadra e le sue ambizioni, un cammino sin qui abbastanza agro e le prospettive del gruppo. L’Andria di quest’anno appena spuntato possiede un passo diverso: prima se ne accorge il Gela e, sette giorni dopo, anche il Siracusa di Ugolotti. Due vittorie di sèguito significano autostima e, innanzi tutto, ossigeno. La sola lunghezza di vantaggio sulla quint’ultima non tranquillizza troppo, non può: ma, almeno, adesso comincia a confortare il profilo comportamentale della squadra di Papagni, più sicura di sé e meglio disposta ad approcciare ogni ostacolo. E, comunque, a battagliare sino in fondo: finalmente. Perché, se una volta l’Andria pativa soprattutto le ultime battute del match, ora riesce persino a sfruttarle. Il sigillo di Del Core, per esempio, piove proprio a recupero inoltrato: accadimenti di domenica scorsa, quando Ceppitelli e compagni inseguono il risultato pieno con ostinazione e un po’ più di lucidità. E dove il ritrovato fiuto realizzativo dell’artigliere barese comincia a coniugarsi con la giovane esuberanza di gente come Lacarra (molto criticato, nella prima parte della stagione) o Carretta. Piccoli indizi di lievitazione naturale di un collettivo che chiedeva pazienza e che sperava di riscuotere fiducia. E che, da qui in avanti, deve garantire quello che non saputo assicurare, in cinque mesi: la continuità, il più temibile nemico di una formazione nata per ritagliarsi spazi propri e non per soffrire intensamente.