venerdì 28 gennaio 2011

Brindisi, Pupino succede a Galigani

Le dimissioni di Vittorio Galigani, presidente del Brindisi travolto da un’ondata di contestazione e da una crudezza di risultati che, di fatto, acuiscono le difficoltà, pur non modificando sostanzialmente i fatti e le motivazioni della crisi societaria, significano poco. Perché, da ieri, è l’ex vicepresidente Antonio Pupino a reggere nominalmente il club. Cambia il volto del comando, ma nient’altro. Chi vorrà eventualmente accollarsi il disturbo di offrire un futuro al blasone sbiadito del Brindisi, cioè, dovrà operare con le stesse modalità previste sin qui: concordando una strategia (e un prezzo) direttamente con la proprietà. Che, di lasciare gratuitamente, non ha assolutamente voglia. Tanto per chiarirci. E a poco servirà argomentare che la precedente cordata (la famiglia Barretta) avanza la contropartita per la cessione del titolo, avvenuta questa estate. Intanto, la gente di Rastelli perde anche ad Avellino: con decoro, però. Attirandosi le simpatie, raccontano le cronache, del pubblico irpino. Se non altro, per quell’ondata di gioventù che il tecnico è costratto a schierare. E con le quali proverà a finire il campionato. Confidando sulle norme che, quest’anno, regolamentano la questione-retrocessione. E che lasciano respirare quelle formazioni capaci di aver scavato un solco praticamente incolmabile con il Catanzaro, padrone indiscusso dell’ultima piazza. Gioventù che, ovviamente, servirà ad abbattere i costi e a preparare il terreno per la stagione che verrà. Se verrà: perché la situazione continua a mantenersi delicata. E i pericoli (fallimento e attività investigativa della Co.vi.soc.) sono costantemente vicini. Così come la probabilità di una penalizzazione, da sopportare in tempi brevi. Tutti particolari di una stagione complicatasi troppo in fretta. E dati tangibili dello sgretolamento di un progetto senza fondamenta.