martedì 25 gennaio 2011

Casarano, illusione e disillusione

Il vantaggio, illusorio. L’espulsione (di Caracciolo) che stravolge gli equilibri. L’autorete (di Kettlun) che rilancia l’avversario. Il penalty, che ribalta la situazione, obbligando a rincorrere. Il tre a uno finale, che abbatte la speranza. Inutile sottolineare che, sulla positiva definizione della trasferta di Gaeta, l’ambiente che gravita attorno al Casarano puntasse parecchio. E quanto lo scontro diretto fosse considerato un crocevia delicato di questo campionato ancora troppo costretto, mai decollato per davvero. Il rovescio è un verdetto che fa assai male e che impone di considerare la realtà, una volta per tutte: a questa squadra, anche riveduta e corretta e nonostante l’improcastinabile cambio di guida tecnica, è evidentemente difficile poter chiedere di più. Cioè un’inversione decisa, una lievitazione netta, una marcia superiore, un rendimento sempre più alto, una continuità che sa di qualità. La Virtus, dati alla mano, è una forza del torneo, ma non la più forte. Non la più solida. Non la più scafata. Non la più affidabile. Cinque sconfitte in ventuno match significano un insuccesso al mese, praticamente: troppi per chi vuole arrivare davanti a chiunque. Troppi per chi non ha mai nascosto le ambizioni. Malgrado certe difficoltà di inizio stagione: non totalmente superate, peraltro. Sminute dal prestigio del club e dalla serietà dell’apparato societario: che, prima o poi, regolarizzerà quello che c’è da regolarizzare. Ma, forse, anche per questi motivi, alla formazione – anticamente di Toma, successivamente di Silva – non si può imputare molto di più di quello che è lecito fare. Anzi, come ammetteva qualche addetto ai lavori a microfoni spenti, chi scende in campo va ringraziato, comunque. E sia: ma, al di là dei sette punti di disavanzo dalla vetta, teoricamente ancora colmabili, resta il grande rammarico di quello che avrebbe potuto essere e non è stato. Quest’anno, come nella stagione passata. Dove una credibilità più spendibile avrebbe appaltato il successo: che, in ogni caso, sorriderà al meno incerto, più che al migliore.