mercoledì 26 gennaio 2011

Bari, minaccia di scollamento

Terzo insuccesso di fila: dopo il Bologna e la Juventus, gode anche il Napoli. Il Bari disperde un’altra possibilità di costruirsi la salvezza a casa propria, lasciando varchi alla furbizia e alla velocità degli attaccanti di Mazzarri. Riuscendo, infine, a dividere anche la propria tifoseria. Perché torna la contestazione: verso la società, l’allenatore e, evidentemente, anche la squadra. Solo che, questa volta, insorgono i settori tradizionalmente meno sanguigni dello stadio. Mentre i supporters della curva continuano ad incitare. Scegliendo la linea morbida. I sei punti di svantaggio dalla quota salvezza cominciano seriamente a pesare, cioè. Nei conteggi e anche nel morale: della truppa e della gente. Mentre Ventura non recupera tutti gli infortunati, come negli auspici. Incassando, nel contempo, prestazioni sostanzialmente deludenti da qualche punto fermo recentemente riassorbito nello scacchiere. L’accusa popolare, però, oggi lo investe interamente: perché il modulo non cambia, malgrado le difficoltà e le necessità. Perché, si dice, il Bari avrebbe rinunciato a qualche punto per il gusto di giocarsi il match sino in fondo, dimenticando l’urgenza della classifica e, quindi, il buon senso degli affamati. Non accontentandosi del pareggio, che talvolta sarebbe servito. E ritrovandosi puntualmente punito. Matarrese, invece, sconta una ristrutturazione dell’organico ritenuta insufficiente (Okaka, Glik, e il convincente Rudolf). Ma, soprattutto, una limitata possibilità economica per poter operare con maggior convinzione nel mercato di riparazione: che, per la cronaca, si esaurisce nei prossimi giorni. E’ una vecchia storia, che si ripete. E che fa infervorare la piazza. Da oggi il Bari ha più paura. E un nemico in più: lo scollamento dell’ambiente.