giovedì 20 gennaio 2011

Taranto, vecchi difetti e nuovi arrivi

Certi segnali non tradiscono. Perché la personalità non si acquista. E perchè le tematiche di gioco, anche quelle concepite con la genuinità dell’entusiasmo di chi è appena approdato su una panchina (è il caso di Davide Dionigi), risentono irrimediabilmente delle asperità dell’ambiente, delle situazioni, delle polemiche striscianti, degli stati d’animo degli uomini, dei conflitti più o meno accantonati, delle fratture interpersonali o, più semplicemente, delle imperfezioni che il campo può persino mascherare e che, però, il tempo fa riaffiorare, prima o poi. Il Taranto, cioè, continua ad essere quello che era con Brucato: un collettivo inaffidabile, perché assolutamente instabile. Capace, talvolta, di scrivere anche belle pagine, ma destinato a essere divorato da antichi vizi. Ad essere vittima di vecchi impedimenti, a cadere (anzi, ricadere) nel vortice di equivoci (anche tattici) ampiamente conosciuti. Da quando, appunto, c’è in panchina Dionigi non è cambiato molto. L’avevamo già capito, l’avevamo già scritto. Ora lo ribadiamo. E non è, questo, un dato che circoscrive la responsabilità al solo allenatore, evidentemente. O al suo staff, ultimamente in contrasto con qualche singolo (Innocenti, passato al Barletta, oppure Antonazzo, temporaneamente accantonato e poi reintegrato nel gruppo: per non parlare di Scarpa, recentemente ceduto al Portogruaro, alla fine di un rapporto sempre poco chiaro con la società). Le ultime uscite del Taranto rafforzano i dubbi di un tempo (a proposito: la sessione invernale di mercato riuscirà a cancellarli? Mancava più di qualcosa in mezzo al campo, è stato ridisegnata innanzi tutto la prima linea) e, di contro, indeboliscono la classifica. Il quartiere dei playoff, per chiarire, è ancora a due punti, ma è il lento declino caratteriale e psicologico, oltre ad una certa involuzione globale, a preoccupare. E, inoltre, non sembra affatto risolta una delle questioni originarie: a gennaio hanno lasciato l’elenco degli effettivi sei giocatori e, di contro, ne sono arrivati altrettanti (Sy, Chiaretti, Faraon, Guazzo, Girardi, Coly). Facendo due conti, sono sempre troppi.