lunedì 29 settembre 2008

Noicattaro, è notte

Quindici minuti per ambientarsi e decifrare la partita. Per decodfificare le ccordinate, stringere e attrezzarsi. Cioè rivedere il modulo e osare. La Vibonese prima si tutela e poi capisce che può annettersi il risultato. Lo stesso quarto d’ora che illude il Noicattaro, troppo tenero per confermarsi, insistere, incalzare. Per costruirsi un domani più appetibile. E, infine, pesantemente zittito dalla sconfitta. Eppure, c’è del buono nelle intenzioni dei baresi. L’approcio del match è addirittura vispo, il ritmo è sufficientemente alto e la condizione sembra suffragare i propositi. La gente guidata da Sciannimanico, agli albori della contesa, è persino più agile e più robusta nei contrasti. Poi, cambia tutto: l'avversario si organizza, cresce e passa: e la lievitazione è inversamente proporzionale alla capacità dei nojani di mantenere la continuità di tensione. Il Noicattaro, anche per questo, non saprà più imbastire la manovra e rimediare. E in coda al match pure la foga diventa impalpabile: la squadra vuole, ma non può. Lavora una migliore quantità di palloni, ma non riesce mai ad impossessarsi del match. E la sconfitta, alla fine, è assolutamente consequenziale. Ma, almeno, neppure troppo indigesta: perché, sugli spalti, la gente (poca: solo novanta paganti) assiste, incassa e va via. Senza neppure contestare. Brutto segno.