venerdì 12 settembre 2008

A quale Taranto credere?

E' la storia di sempre. Difficile credere al Taranto. Al Taranto alterno che sbatte contro Bassano e Juve Stabia e che sfiora l'ovazione a Foligno. Ma è innegabile che qualche variazione in corsa possa essere stata propedeutica alla causa della formazione di Dellisanti. Innanzi tutto, gli ultimi aggiustamenti del mercato estivo hanno sicuramente irrobustito l'organico. Che non era (e non lo è soprattutto adesso) povero, ma neppure carrozzatissimo e completo, dunque irreprensibile. E che, però, adesso si fregia di qualche alternativa in più: al di là dell'esordio felice di Micco, arrivato cinque giorni prima di andare in gol per due volte. Probabilmente, anche l'innovazione tattica (il 4-1-4-1) avrà apportato benefici: del resto, se il coach - concettualmente legato da sempre al 4-4-2 - avrà deciso di modificare l'assetto, un motivo ci sarà. Certamente, una settimana di lavoro in più nelle gambe avrà migliorato la tenuta atletica: e poi non ricordiamo squadre guidate da Dellisanti sprintare in partenza. Ovviamente, però, è meglio non fidarsi: nè del primo Taranto stagionale, nè di quello visto in Umbria. Ma è lecito appuntarne i progressi. E cercare di carpire qualche verità più avanti, magari dal prossimo impegno di campionato, che è un bell'impegno (allo Iacovone arriva il Benevento, ovvero una delle favorite del torneo). E chissà se il prossimo match sarà utile a capire se questa è una squadra su cui si può riporre affidamento. In una piazza che, non smetteremo mai di ricordarlo, è disposta a perdonare assai poco. E che però apprezza la gente che gioca anche e soprattutto con il cuore. Come a Foligno, appunto. Dove la vittoria creduta irrealizzabile è diventata sùbito facile e poi, con il passare dei minuti, sofferta. E sì, perchè il Taranto non possiede la fantasia del campionato passato e lavora per diventare quel collettivo che la precedente versione, quella di Cari, non è mai riuscito a diventare. O, se questo è accaduto, è avvenuto molto tardi. E, allora, se l'estro è un elemento lontano e la compattezza va ancora conquistata, serve anche il cuore. Quanto basta per regalare una settimana più lieve.