lunedì 15 marzo 2010

Brindisi, la rincorsa si spegne

La prima impressione è che il sipario sia calato. E che il Brindisi, peraltro mai dentro la zona playoff prima di adesso, si sia davvero allontanato dal club dai pretendenti alla promozione di scorta. La caduta (interna) di fronte alla Juve Stabia fa male: per il risultato in sé, ma anche per la prestazione che lo determina. E che disegna una squadra stanca e scarica, appannata e fragile. Malgrado l’avvio del match, rassicurante. Esatto: la squadra di Silva esordisce ragionando e mettendo palla a terra. In fase di non possesso, poi, sa pressare l’avversario, che preferisce un profilo più compassato e che, però, sa puntualmente ripartire. Cioè, preferisce la manovra al ritmo, condizione che non le impedisce di cogliere il vantaggio dagli undici metri. Il Brindisi, per un po’, continua pure a mantenere iniziativa e supremazia territoriale, ma poi si ferma, si siede. Anzi, si perde, dopo che i campani sfiorano il pari e, infine, lo ottengono. La gestione dell’ultima porzione del primo tempo, per intenderci, è timida, difettosa. E tutto si complica nella ripresa, quando la Juve Stabia – più lucida, meglio quadrata, ordinata e molto pratica - realizza il sorpasso, su calcio franco. Da qui in avanti, quindi, l’intorpidito Brindisi faticherà a impostare la manovra, vanificando la tenue rabbia e arenando la rincorsa al quinto posto. Fine della storia di un match fondamentale. Ma, ovviamente, non del campionato, aritmeticamente parlando. Non ancora, almeno. Anche se l’incapacità certificata a monetizzare le partite che contano di più qualcosa significherà pure.