domenica 28 marzo 2010

Fasano, occasione persa

Navigava lontano, il Fasano. Lontano dalla realtà del campionato. E da tutte le avversarie. Sottomesso da una classifica che lo considerava, da almeno due mesi, retrocesso. Solo le stranezze del pallone lo avrebbero rivitalizzato all’improvviso: in coincidenza con qualche risultato sufficientemente incoraggiante (come la vittoria ottenuta in casa del Bitonto, l’ultima domenica) e con l’incedere difettoso dei concorrenti alla salvezza. Il derby con il Grottaglie (anticipato al sabato) è diventato perciò assolutamente decisivo ai fini della coltivazione dell’ultima speranza, che si chiama aggancio al vagone dei playout, male minore in coda ad una stagione nata stanca e trascinata a fatica. Derby strano, ma anche occasione sostanzialmente perduta. E non perché l’avversario abbia palesemente demeritato. Anzi: il Grottaglie di Maiuri, indimenticato ex, in trasferta giostra molto meglio, con maggior personalità. Perché, forse, non avverte il peso di dover costruire la partita. E approccia come deve, passando a condurre di due gol: ringraziando prima il guardasigilli di casa Comes e poi l’intero assetto difensivo, va detto. Occasione perduta perché l’Ars et Labor, con il tempo, un po’ si sbiadisce e un po’ si accontenta, lasciando il secondo tempo a Pistoia e soci. Davvero inguardabili dietro (per leggerezza, svagatezza e concentrazione) e, alla fine, poco fantasiosi per sfondare. Il pari di chiusura (due a due) ci sta, peraltro, per intero e conferma chiaramente i problemi di una squadra, il Fasano, che non è sul fondo della graduatoria per caso. Occasione perduta perché sono proprio queste le partite da vincere, cioè il termometro di una condizione, il segno sotterraneo del risveglio. La gente di Geretto, piuttosto, insegue il sogno (il recupero sulle terz’ultime), si scontra con il vento (dicevamo del doppio vantaggio grottagliese), ma non completa l’impresa. Fermandosi, cioè, al culmine dello sforzo. Chinando la testa di fronte ai propri limiti strutturali: salvaguardando, almeno, la propria volontà. E sì: il Fasano, che da principio non è eccessivamente convinto del proprio ruolo, ritrova lentamente l’orgoglio. Che, talvolta, non basta. Come non basta una certa supremazia territoriale esercitata nell’ultima mezz’ora del derby. Non c’è la forza, non c’è l’istinto: e un dinamismo sordo non produce sempre pressione tangibile. Occasione persa, dunque. Anche se la matematica invita ancora a crederci: e, magari, ad amareggiarsi sino in fondo. Comunque, ad attendere: il miracolo, chissà. Mentre le notizie (da verificare) cominciano a viaggiare: l’ex presidente D’Amico starebbe armando (o riarmando) una task force per riconsegnare dignità al club. In D o in Eccellenza: comunque vada a finire, cioè. Si agita qualcosa, sembra: anche se in ritardo. Ma, a questo punto, ben venga quello che potrà venire. Per non perdere un’altra occasione. Quella della vita.