mercoledì 3 marzo 2010

Il derby, pietra miliare del Taranto

Gli accadimenti modificano gli obiettivi. E, spesso, moderano la verve dialettica. Il presidente del Taranto D’Addario, per esempio, torna da Giulianova visibilmente deluso e accantona i progetti di promozione diretta. Cominciando a guardare in direzione di un traguardo più credibile: i playoff. Traguardo ugualmente impegnativo che, però, la formazione di Dellisanti non ha ancora ancorato. E dal quale, anzi, si è idealmente allontanata, dopo il già abbastanza criticato zero a zero ottenuto in Abruzzo. Zero a zero privato, va detto, di sensazioni confortanti e di brillantezza di manovra: perché il Taranto – pur conservando l’imbattibilità dell’attuale gestione tecnica e l’impermeabilità difensiva per altri novanta minuti – si fa asfissiare dalla vitalità e dal podismo dell’avversario, ammettendo il calo e appellandosi anche alle dimensioni ridotte del terreno di gioco. Ma smascherando pure le proprie carenze espressive e propositive e cadendo nel tranello del Giulianova, che porta il match sui binari preferiti, dove il ritmo e la corsa attutiscono il divario tecnico. Per capirci: il Taranto prosegue la corsa con pieno diritto (tredici punti nel girone di ritorno, nove nelle ultime cinque gare: non un dato indimenticabile, ma neppure cattivo), eppure si scopre più vulnerabile. O meglio, meno quadrato di quello che pensava di essere diventato. Problema amplicato, peraltro, dalla viscerale (e proverbiale) umoralità dell’ambiente e dall’urgenza che anima il vertice societario. Che continua a produrre pressioni e, dunque, potenziali tensioni. Materia che Dellisanti storicamente patisce e che, come sempre accade, finisce per attanagliare chi scende in campo. Di più: certe analisi e certe dichiarazioni («chi non crede al progetto, scenda dalla nave») indeboliscono la consapevolezza del gruppo e, soprattutto, la posizione dell’allenatore. Partito con il conforto della simpatia popolare e, adesso, già costretto a misurarsi con la rudezza del risultato: il prossimo, quello che scaturirà dal derby con il Foggia, allo Iacovone. Strano, ma vero: malgrado tutte le smentite che si inseguiranno, com’è giusto che avvenga.