lunedì 22 marzo 2010

Il Grottaglie si ripete. Ma la salvezza è ormai certa

Sembra non essere cambiato niente. Anche se gli assilli sembrano dissolversi: per demerito altrui, essenzialmente. Difetta, come un tempo, il risultato (il Grottaglie inciampa a casa propria, per la sesta volta). E difetta pure la prestazione: priva di slanci, ma – soprattutto – di anima. Come in altre occasioni, appunto. La squadra di Maiuri, mai caratterialmente convincente, questa volta si fida anche delle apparenze. E ci rimette tutto. Si fida di un match che possiede tutti requisiti di una sfida di fine stagione: senza molta storia, cioè. E senza tanti motivi di discussione. Di una partita sacrificata ad un pari di convenienza, ad un confronto fondato da un tacito accordo di non belligeranza. Dove non accade niente per tutto il primo tempo e che una traversa colpita da De Angelis sveglia solo a metà ripresa. L’episodio che è forse il peccato originale: perché, infranto il patto, la Forza e Coraggio Benevento prova a dire la sua, passando con la prima e unica occasione procurata. E ritrovandosi, alla fine, con due punti in più. E sì: il Grottaglie, da lì in poi, non costruisce abbastanza per recuperare l’equilibrio. Scoprendo di dover pagare tutti i minuti precedenti, in cui si accontenta. I campani, allora, ringraziano. E salutano, senza essersi sforzati troppo. La distanza di sicurezza tra il Grottaglie e il baratro, però, resta quella che era: undici punti. E’ l’unico dettaglio che può soddisfare: riconoscendo che l’occasione per chiudere il discorso definitivamente è svilita in novanta minuti ancora una volta anonimi. La salvezza, dunque, è paradossalmente più vicina: perché il Bitonto annega nella crisi e si fa soffocare addirittura dal Fasano. E, in più, gli altri potenziali avversari faticano puntualmente. E’ la verità un po’ ingombrante (ma non per il Grottaglie, evidentemente) di un torneo davvero scadente. Il peggiore, tecnicamente palando, degli ultimi venti anni, in quinta serie. Senza opzione di smentita.