domenica 17 maggio 2009

Bitonto, un'emergenza in più

Ci sono tempi e modi, per complicarsi il cammino. E il Bitonto li sta rispettando, per intero. Prima, suicidandosi sul campo. Sciupando, cioè, una buona quantità di possibilità di emigrare dalla zona di rischio. E consegnandosi più o meno teneramente ai playout. E poi appesantendo il clima. Il club non paga (da tre mesi, si sussurra) e la squadra sciopera. Prima dell’ultima giornata di campionato, quando andrebbe difesa almeno la posizione di classifica, che garantisce qualche vantaggio logistico sul Grottaglie in prospettiva spareggi. E prima, soprattutto, della fase più delicata della stagione: quando si compieranno i destini. L’azione, assicurano i protagonisti, è squisitamente dimostrativa. E non implica nessun altro sviluppo antipatico. Da qui in poi Infantino e compagni penseranno sempre e solo all’obiettivo da conseguire, al di là delle rivendicazioni. Ma la causa del problema è un dato oggettivo e, in questi casi, gli effetti sono sempre subdoli. Adesso, poi, si capiscono molte cose. Come il progressivo impoverimento caratteriale di un gruppo che ritenevamo più solido, più permeabile alle insidie del torneo. Che avevamo creduto capace di esaltarsi nella battaglia, di fortificarsi nella difficoltà. Un gruppo privo di grandi risorse tecniche, ma fecondo di mestiere e di senso pratico. La realtà, invece, ha bocciato le nostre previsioni e il calcio del Bitonto, fatalmente sgualcitosi. E adesso condannato ai playout: con l’inquietudine di dover gestire un’emergenza in più.