sabato 16 maggio 2009

La guerra dei pezzenti

Se la classifica scotta e il quoziente di apprensione lievita, urlare conviene. E rivendicare può aiutare a recuperare spessore politico e posizioni. Lo sanno tutti. E tutti mostrano i crediti – veri o presunti – vantati. Anche negli scantinati del campionato. Dove lottano le squadre più permeabili, che sono anche quelle più bistrattate. Come il Bologna, che prova a corteggiare qualche arbitraggio meno malevolo e a condizionare l’atmosfera proprio alla vigilia dello scontro diretto con il Lecce. Cioè la formazione che, assieme alla Reggina e ancora più del Bologna o del Toro, può lamentarsi del maggior numero di valutazioni avverse sofferte nell’arco di una stagione intera. Si chiama guerra dei pezzenti. Chiunque tenta il suo gioco, è chiaro. E, davanti alle risicate prospettive di salvezza, sembra persino tutto lecito. Però il Lecce - e più precisamente il numero uno del club, Semeraro - sussultano. E fanno bene a puntualizzare. A spigolare sulla questione. A invocare una direzione di gara serena. Attenta. Credibile: per tutti. Prevenire, fuori dal campo, è assolutamente legittimo. Perché domani, dentro del campo, potrebbe diventare tutto più difficile. E anche l’ultimo miraggio potrebbe liquefarsi. Per demeriti propri, ma anche per colpe altrui. Il club salentino ha già abbondantemente pagato il tributo alla propria debolezza mediatica. Ed è un tributo corposo. Che non lava i difetti dell’organico. Ma che ha già affossato molte speranze. Trasformando la trasferta di Bologna nell’ultima chiamata.