domenica 10 maggio 2009

Grottaglie, la preoccupazione si allarga

Le dimissioni (l’esonero?) di Dino Orlando, condottiero del Grottaglie ferito e sfiduciato, piovute alla soglia dell’imminente (e mal digerita) appendice dei playout scuotono l’ambiente – già elettrico – e lasciano pensare abbastanza. Sulla condizione mentale e psicologica dell’Ars et Labor e, soprattutto, sull’opportunità del cambio di panca in questo punto della stagione. Ovvero, sulla tempistica della soluzione estrema e sulla gestione del momento, assolutamente delicata. E, paradossalmente, la smentita societaria della notizia incupisce ancora di più. Perchè il caos sembra essersi sposato al disagio grondato in coda ad un mese di prestazioni incerte e di risultati penalizzanti. Intanto, mentre scriviamo, ancora non sappiamo se oggi (e anche in sèguito) guiderà la squadra Enzo Pizzonia, trainer che non difetta di esperienza e neppure della conoscenza degli uomini a sua disposizione (il trainer della Berretti ha diretto il lavoro di rifinitura del sabato), oppure se Orlando conserverà il proprio posto. In ogni caso, tuttavia, il Grottaglie sembra sbriciolarsi, giorno dopo giorno. E arriva agli spareggi inquieto, impaurito, nervoso. Sfilacciato, forse. Prigioniero della propria debolezza. Ma, soprattutto, al di là delle verità nascoste e del litigio vero o presunto tra Orlando e il presidente Ciracì , l'allenatore (chiunque esso sia) dispone di due settimane per capire ed operare chirurgicamente: sulla testa, piuttosto che sul modulo. Sull’aspetto caratteriale del collettivo, piuttosto che sulla strategia. Due settimane, non di più. E la preoccupazione si allarga.