lunedì 11 maggio 2009

Tatò e la gratitudine di scorta

Il sipario è già calato sul campionato del Noicattaro, già tranquillo e assorbito dai progetti che verranno. Non su quello del Catanzaro, quasi aritmeticamente affrancato all’appendice dei playoff, ma tuttora alla ricerca dell’identità perduta. E, allora, il penultimo impegno imposto dal calendario è un confronto di motivazioni impari, suffragate pure dalla formazione inedita disegnata da.Sciannimanico (fuori De Giorgi, Sassanelli e Di Muro, oltre allo squalificato Rana e all’infortunato Siclari; dentro gente tradizionalmente meno utilizzata come Cilli, Ladogana e Colluto). Il risultato che scaturisce al termine del match (zero a uno per i calabresi), oltre tutto, non modifica né le gerarchie della classifica, né le sensazioni complessive già metabolizzate: quelle, cioè, che - tra momenti più felici e situazioni più ostiche – sottotitolano il cammino soddisfacente della squadra, matematicamente salva con tre settimane di anticipo. Un dettaglio che, magari, non avrà rallegrato qualcuno. Tanto da acuire certi attriti: perché, altrimenti, non si spiegherebbe l’assenza di tecnico, dirigenti e giocatori in sala stampa, dopo il novantesimo. Ma, forse, il raggiungimento del traguardo avrà incentivato il disimpegno, fuori dal campo. E, certamente, l’ambiente tutto del Noicattaro sarà emotivamente catturato dal futuro che si sta disegnando. E che la società – parole del direttore generale Caldarulo – farà conoscere dopo la fine del torneo. Quindi, presto. Peraltro, sappiamo già che Tatò si dileguerà. Mentre Canonico, il nuovo proprietario delle quote di maggioranza del club, deciderà se dirottare il titolo altrove (si alimenta l’ipotesi che conduce a Molfetta), oppure se lasciarlo dov’è. A proposito dell’ormai ex presidente: a gara in corso, proprio ieri, è apparso in gradinata uno striscione grondante di gratitudine. “Tatò presidente perfetto, degno di onore e rispetto”. Bel pensiero e bel gesto. Ma, probabilmente, un po’ tardivo. Che offusca, ma non cancella totalmente, qualche malanimo popolare infondato. Tardivo e neppure riparatore, purtroppo. Perché la pagina sembra già girata. E la perdita di Tatò è una perdita grave.