mercoledì 20 maggio 2009

Gallipoli, promessa mantenuta

Promessa mantenuta: il Gallipoli è in B. Con una settimana di ritardo, oppure due. Niente, però, di fronte alla ferocia del club, passato in pochi anni dal dilettantismo dell’Eccellenza al secondo gradino nazionale. Dove Barba - mecenate, presidente e motivatore, ma soprattutto ideologo della costruzione del sogno – difficilmente vorrà rassegnarsi ad un lungo anonimato. Anche e soprattutto in previsione di un rafforzamento del progetto, allora, diventa immediatamente necessario cominciare a dedicarsi – mentalmente e materialmente – alla ristrutturazione dello stadio, assolutamente avulso dal contesto in cui si andrà ad operare e già scomodissimo palcoscenico in terza serie. Il patron, però, sembra aver già incassato riscontri favorevoli e l’amministrazione comunale pare essersi calata velocemente nel problema, promettendo di risolvere la questione legata al piano regolatore, che ostacolerebbe – così com’è – l’adeguamento dela struttura. A seguire, dunque, Barba potrà concentrarsi sul potenziamento dell’organico. Un dettaglio da gestire assieme all’allenatore: Giannini o chi per lui. Il coach della promozione non ha ancora espresso un gradimento chiaro al prolungamento dell’avventura sullo Jonio, ma neppure ha deprezzato l’ipotesi. Indicando la consistenza numerica dell’eventuale programma di rafforzamento: quattro o cinque elementi utili a conquistare l’obiettivo minimo, quasi il doppio per ambire alla fascia medio-alta del prossimo torneo. Barba avrà annotato. E, probabilmente, non si nasconderà: è uomo che naviga sull’onda dell’entusiasmo e questo è il momento migliore per strappargli qualche promessa. Purchè, da qui in avanti, la città e l’imprenditoria locale si stringano attorno a lui: più (molto di più) di quanto abbiano fatto sinora. L’entusiasmo è un bene prezioso che va rifocillato, non prosciugato. E il Gallipoli, senza l’entusiasmo (e l’impegno economico) di Barba non avrebbe senso. Anzi, non avrebbe futuro. Né in B, né altrove.