martedì 12 maggio 2009

Manfredonia, rush finale col rischio

Il Manfredonia di questi tempi è una formazione affidabile. Che, cioè, riesce a imporre le sue idee con discreta continuità. Che è maturata. O, meglio, che si è assestata. Con colpevole ritardo, va detto. Ma che, proprio nella fase più delicata del torneo, ha saputo restituire ampia dignità alle scelte della società e alle esigenze della gente. E che ha saputo anche dimenticare il recente e antipatico stop di Monopoli, respingendo con discreta personalità – domenica passata – le insidie presentate dal Pescina, sparring partner non ancora demotivato dalla realtà della classifica. Eppure, questo Manfredonia potrebbe non bastare a se stesso. Soprattutto perché l’Andria scivola a domicilio con l’Aversa, concorrente diretta dei sipontini nella corsa per evitare l’appendice dei playout. Ma anche perché la rincorsa non offre sempre garanzie di impunità. Tuttavia, non sembra ancora tutto perso. Perché il Melfi, adesso, precede gli uomini guidati da D’Arrigo di un solo punto e, con l’Igea Virtus, nell’ultimo turno della regular season, dovrà necessariamente imporsi. A patto, è ovvio, che l’undici dauno, regoli l’ormai spensierata Scafatese. Mentre i dubbi sul prossimo successo dell’Aversa (affronta la Vibonese) non sussistono. Comunque vada, è chiaro, il Manfredonia ci avrà provato. Riconsengnandosi, innanzi tutto, quel po’ di autostima sperperata in tanti mesi. E restituendola alla sua tifoseria. Autostima che verrà utile in futuro, magari. In proiezione spareggi, nel peggiore dei casi. Un’eventualità che va inserita nel preventivo. E che incombe anche a causa di quella penalizzazione (un punto, vale ricordarlo) che potrebbe assumere spessore decisivo, alla chiusura dei conti. Una penalizzazione annunciata, quando arrivò. E accettata serenamente. Ma, ora, troppo asfissiante per essere digerita come se nulla fosse accaduto.