martedì 5 maggio 2009

Tra il torto e la ragione

Un punto, al Grottaglie, non serve affatto. E il derby, l’ultimo derby del campionato, certifica quello che immaginavamo già da sette giorni: l’obbligo della squadra di Dino Orlando alla partecipazione alla sessione dei playout. Con quante probabilità di riuscita è difficile prevedere, onestamente. Ma un punto, purtroppo, non serve neppure al Bitonto, che sciupa – in casa – l’ultima chance della regular season. Sprecando più del consentito, oltre il lecito. Liofilizzando nel secondo tempo una vittoria costruita con sapienza nella prima parte della gara. E finendo per essere risucchiato – non ancora matematicamente, ma virtualmente – nello stesso girone dei dannati in cui verrà inserito il Grottaglie. Anzi: tutto, oggi, lascerebbe pensare ad un nuovo scontro diretto. Questa volta senza appello, per chi perde. Innanzi tutto perché è difficile credere ad un Angri disattento, negli ultimi centottanta minuti. Spareggi, dunque: che, comunque vada, potrebbero bocciare una pugliese. Eventualità che il tecnico grottagliese vorrebbe evitare. Ma che Ruisi, coach del Bitonto, ha già invocato. Con stizza. Sbagliando, dal punto di vista formale: perché non è sportivo contestare (e censurare) la serietà concettuale di chi (il Grottaglie, appunto) ha disputato il proprio match sino in fondo, pur conoscendo in anticipo il suo destino. Ma sottolinenado, di contro, una verità indelebile: la sacra alleanza delle formazioni campane, prima o poi, produce effetti e vantaggi tangibili. Alleanza che i club pugliesi non sono soliti coltivare. Ed esprimendo, in fondo, un pensiero condivisibile, nella sostanza. Che ci lascia nel mezzo della questione. In una posizione scomoda. Dove sono i torti e dove è la ragione?