mercoledì 13 maggio 2009

Tra un penalty e il timore

Sembra tutto scontato: da più di una settimana. Prima, però, la vittoria conseguita contro il Taranto non basta a disarmare il Benevento che insegue. E, sette giorni dopo, il Gallipoli che si piega a Lanciano disgrega un vantaggio rassicurante. Assottigliatosi, adesso, a due punti. Quanto basta, comunque, per gestire con lucidità l’ultima fatica della regular season. Tanto più che il Marcianise, prossimo avversario della capolista, è lontano da sogni e sospiri. E, dal campionato, non può esigere più nulla. Ginestra e compagni, allora, confidano nel secondo match ball. Il primo si è liquefatto in Abruzzo: anche e soprattutto, va detto, per responsabilità altrui. Sì, scriviamolo pure: quel penalty concesso ai frentani e poi diventato decisivo ai fini del risultato è frutto della fantasia del direttore di gara, malgrado un tuffo un po’ goffo all’ingresso dell’area. Però, non vorremmo che cominciasse a serpeggiare nell’inconscio della squadra quella strana alchimia che si chiama timore di vincere. Onestamente, crediamo tuttora con fermezza nella qualità complessiva e nell’affermazione finale della squadra di Giannini. Ma non è giusto sottovalutare il pericolo psicologico che, probabilmente, il tecnico e la società avranno anche sospettato e valutato. Il lavoro di gruppo infrasettimanale, perciò, dovrà preoccuparsi di sottrarre il Gallipoli dal vortice dell’ansia. La lettura tattica, questa volta, non è il primo problema. E neppure il secondo. Non è giusto sciupare una dote così. E’ giusto, invece, allontanare il dubbio. E festeggiare: la città aspetta proprio quello, da due settimane. E, anche per questo, adesso è un po’ confusa.