giovedì 22 maggio 2008

Amici come prima. Sino al prossimo derby

Contraddizioni d'Italia. Dove non esiste il peccato. Oppure c'è sempre. E dove persino l'assenza d'impegno, a campionati ormai consumati, è (finalmente) diventata una soluzione scomoda. E censurabile. Anche se, di fronte a chi deve ancora conquistarsi un passaporto per il titolo, la promozione o la salvezza si oppone la rilassatezza altrui. E dove, di contro, l'impegno di chi non deve chiedere nulla è ancora salutato (dagli sconfitti) con sospetto, deglutito a fatica, bollato con ruvide parole. Dopo il derby di Puglia anche Semeraro, patron del Lecce e uomo di maniere garbate, cade nella fossa degli equivoci, stigmatizzando la fiera prestazione e lo spessore ritrovato del Bari. Malgrado la classifica tranquilla degli adriatici. Il rovescio salentino, è ovvio, brucia. E chissà per quanto brucerà: lo capiamo. Qualche parola, però, avrebbe meritato di essere limata. Intanto, coach Conte - leccese sulla panca del Bari più vivo di questo ultimo scorcio di stagione - non si conserva nulla e replica. Questa volta con ragione piena. Cogliendo il bersaglio. E riscuotendo, ventiquattr'ore dopo, anche il consenso di Semeraro. Che, nel frattempo, ci avrà pensato: decidendo di chiudere il caso con tatto, intelligenza. E stendendo la mano. Amici come prima, dunque: non c'è dolo, è tutto a posto. Sino al prossimo derby.