mercoledì 14 maggio 2008

E, alla fine, il Bitonto è scarico

Barletta-Bitonto è la decisione del capitolo playoff più scontata, più prevedibile. Perché dalle squadre di Chiricallo e di Altamura (adesso: prima c’era Zunico), Aversa a a parte, il campionato è stato sempre e comunque influenzato, condizionato. Senza dubbio alcuno. Questione di organico. Di potenzialità (non totalmente espresse: è un’opinione). Di contenuti, anche. Barletta-Bitonto, domenica, sarà l’ultimo atto di un girone troncato in tre porzioni, dall’inizio alla fine: dove, da una parte, tre club hanno discusso la leadership, altre dieci si sono scambiate le posizioni di classifica più scomode e dove il resto del gruppo ha inseguito il miraggio indefinibile e vaporoso dei playoff. Un girone di ruvida gestazione e corroso anche dai cattivi pensieri. Opportunamente distribuiti in coda al cammino. Il derby, però, accoglie due squadre indebolite nella testa, psicologicamente minate. Il Barletta ancora scosso e sempre un po’ nervoso che ha appena eliminato il Grottaglie, può approfittare del fattore-campo e delle ultime briciole di freschezza. Il Bitonto, forse anche demotivato, neppure di quelle. La semifinale di domenica passata racconta di un collettivo distratto, svagato, scarsamente assistito dai riflessi. «Qualcuno, dietro, si muoveva prima; altri dopo»: la disamina, a fine gara, di coach Altamura non tranquillizza. E sembra l’anticamera della resa. Solo l’orgoglio e la prospettiva della supremazia regionale potrebbero sovvertire certe sensazioni. Purchè le finali nazionali interessino davvero, sino in fondo: del resto, così com’è, il premio finale è poco appetibile. Anche se, in serie C, soffiano i venti della recessione e dei fallimenti. Di sicuro, però, questo Bitonto appare scarico. Esattamente quello che il Barletta spera. E, un po’, si aspetta.