sabato 17 maggio 2008

Beghe di provincia

Tensioni rampanti. Tensioni vecchie come ruggine. Barletta e Bintonto si guardano, si scrutano, sgomitano. I playoff dal riscontro più incerto di sempre si riscaldano, bollono. E si incrociano le accuse, ancora prima che si giochi. Gli ambienti che circondano la seconda e la terza forza del torneo sembrano molto più effervescenti delle squadre che li rappresentano. Ma tant’è. E la tensione fa sempre notizia. E la notizia esce sempre sul giornale. Magari, il momento storico fa golosamente gonfiare la notizia. E le parole scritte assumono un peso che, in altre occasioni, non avrebbero. C’è confusione e troppo malumore. E il malumore, spesso, ingigantisce i fatti ed i concetti. Offrendo sfumature che non dovrebbero affiorare. O che non dovrebbero crescere sul dorso della fantasia. Càpita che, da Bitonto, non gradiscano certe interviste e, soprattutto, certe chiavi di lettura. Certe parole dette e non dette: ma troppo duttili da modellare. E che, sempre da Bitonto, si chiedano un particolare dispositivo di sicurezza prima e durante il match e anche tre commissari di campo. A Barletta, ovviamente, non gradiscono. E lo fanno sapere. Poi, magari, tutto rientra nei limiti del buon senso. In ritardo, certo. E anche di quest’altra storia ne avremmo fatto volentieri a meno. Soprattutto perché, sotto la tensione, non c’è un fatto compiuto. E alla fine, sotto la notizia, non troviamo il reato. Ma solo le beghe del calcio di provincia.