venerdì 2 maggio 2008

Chi paga sbaglia

La Corte di Giustizia Federale conferma: il Lanciano è colpevole. E, per questo, va sanzionato. Non con l’esclusione dal torneo in corso e nemmeno con la retrocessione a tavolino. Anche se l’iscrizione al campionato è viziata da manovre documentali oscure. Anche se, senza l’inganno, il Lanciano non avrebbe potuto accedere all’iscrizione. Il club abruzzese paga con la penalizzazione: otto punti. Esattamente la stessa comminata in prima sede di giudizio dalla Commissione Disciplinare: decisione che aveva palesemente penalizzato il Martina (il ripescaggio ai playout svanisce) e largamente irritato il suo legale rappresentante, il presidente Chiarelli. A cui, evidentemente, non serve alzare il tono della protesta, né rivangare il passato (il ripescaggio della Fiorentina in B e lo sbarramento burocratico imposto al club di via D'Annunzio, pochi anni addietro, brucia ancora). Forse, però, basta l’intervento accorato del sindaco di Lanciano, che aggredisce la lega spontanea delle società in regola, soffocando un comunicato comune tecnicamente perfetto. Svolgendo con efficacia il proprio ruolo, quello di primo cittadino: spingendosi, tuttavia, oltre. Arrampicandosi, cioè, su un problema che non può mascherare la realtà: il Lanciano ha peccato, avvantaggiandosi sino in fondo di una condotta contabile particolarmente leggera. Piaccia o non piaccia. Ma siamo in Italia: dove l’anomalia diventa norma e la normalità destabilizza l’armonia del caos. Chi sbaglia, dunque, paga. Quando va bene: non abbastanza, però. E chi paga, evidentemente, sbaglia.